In realtà tutte le persone che godono di buona salute e sono ben motivati e decisi possono tranquillamente ricorrere ad un intervento di Implantologia dentale e tornare a sorridere nel giro di poco tempo.
E’ opportuno e doveroso sottolineare che un esperto chirurgo implantologo, dovrà valutare scrupolosamente “la situazione clinica globale” del paziente e decidere, solo dopo averlo fatto, se procedere con l’intervento di implantologia.
Nella letteratura medica esistono due tipologie di controindicazioni all’implantologia dentale: quella assoluta e quella relativa.
Controindicazioni assolute
Immunodeficienze: quando il paziente risponde in modo deficitario alle infezioni e sarebbe quindi esposto ad un rischio troppo alto per affrontare l’intervento.
Insufficienza renale, cirrosi epatica, gravi disturbi psicologici, uso di sostanze stupefacenti, malattie neurologiche gravi (Morbo di Parkinson, Morbo di Alzheimer, ictus).
Neoplasie in atto e pazienti sottoposti a chemioterapia o a terapia radiante (devono passare almeno 2-3 mesi dalle cure).
Controindicazioni relative
Diabete grave, malattie autoimmunitarie (ad esempio Lupus eritematoso, artrite reumatoide), malattie cardiache (anche se una cura antibiotica preventiva potrebbe mettere il paziente al riparo dal rischio di eventuali infezioni), patologie delle mucose orali, disturbi della coagulazione sanguigna.
Un discorso a parte merita l’osteoporosi, al contrario di quanto si possa pensare in questi casi l’implantologia non è controindicata. I pazienti che assumono da anni gli alendronati, farmaci prescritti per la cura della malattia, devono essere valutati con attenzione in quanto potrebbero incorrere, con l’implantologia, in una osteonecrosi. Così come va analizzata attentamente la qualità dell’osso in quanto l’impianto potrebbe non integrarsi perfettamente nell’osso. Va comunque detto che gli impianti inseriti, anche in ossa scadenti per via dell’osteoporosi, durano quanto quelli posizionati nei pazienti con ossa sane.
Avvertenze generali
Vanno escluse, almeno temporaneamente, le donne in gravidanza.
Per quanto riguarda i pazienti che non hanno una corretta igiene orale dovranno assolutamente imparare a praticarla in quanto bisogna tenere sotto controllo la placca batterica per evitare di incorrere nella perimplantite (perdita degli impianti) e per gli accaniti fumatori devono essere portati a conoscenza del fatto che il fumo rallenta la osteointegrazione degli impianti e quindi rallenta la guarigione.
L’età del paziente
In linea generale l’età del paziente non è rilevante ai fini implantologici, addirittura in Svezia hanno pubblicato degli studi dove veniva rimarcato il fatto che impianti fatti su persone di 80-90 anni avevano avuto la stessa percentuale di successo di quelli fatti su persone più giovani. Ovviamente vanno esclusi i ragazzi giovani, al di sotto dei 18-20 anni in quanto sono ancora in fase di crescita ossea e per loro l’intervento è sconsigliato.